Una delle tante recensione apparse sui vari siti inglesi. Non è possibile pubblicarle tutte. Questa in particolare proviene dal Birmingham Mail .
Robbie Williams “Take the Crown” recensione dell’album traccia per traccia
Paul Cole dà il suo verdetto sul nuovo album della superstar di Stoke
Robbie Williams dice di essere pronto a sfidare ancora il mondo, ad indossare i panni di quella stessa pop star che avrebbe potuto facilmente causare la sua stessa fine.
Ma questa volta Robbie è anche un papà 38enne; si è fatto più umile grazie ai suoi compagni di avventura dei Take That e non ha più bisogno di dimostrare chissà che.
Dalla battuta d’inizio è un album allegro, con la giusta quantità di rock and roll a stemperare gli sporadici attacchi di nostalgia da pop.
Qui il verdetto traccia per traccia:
Be a Boy: un sax dal suono rotondo apre una canzone senza troppe pretese e supportata da un subdolo coro da stadio che mira ad ottenere un successo subliminale ***
Gospel: un pop con tanto di battimani cavalca una chitarra rock-boogie e poi srotola il tappeto rosso per un ritornello da megaschermo cinematografico ***
Candy: avete già sentito il singolo, scritto con Gary Barlow. Pop estivo frizzante, da far schioccare le dita e con un retrogusto anni ’50. **
Different: La prima ballad. “This time I’ll be different, I promise you,” canta. “this time I’ll be special – you know I will.” Super hit *****
Sh*t On the Radio: non verrà passata molto alla radio! Pop che fa l’occhiolino al rock, completata da un sintetizzatore dozzinale pescato direttamente da Final Countdown. **
All That I Want: Robbie ha di nuovo ascoltato gli U2. Ad un ritmo in perfetto stile thriller si aggiungono una chitarra sporcata, un testo suggestivo e lo spettro vocale di Bono. ****
Hunting For You: Stranamente familiare, forse prende qualcosa in prestito da un’incarnazione precedente, U2 versione light con tanto di Edge con la sua chitarra vibrante. Bel pezzo ****
Into The Silence: la canzone più completa dell’album, ancora una volta con un pizzico di U2 prima di perdersi in un crescendo clonato dai Coldplay ***
Hey Wow Yeah Yeah: non si può non amare questa canzone energica, post-punk pop, che ricorda il classico di Plastic Bertrand Ca Plane Pour Moi. ****
Not Like The Others: pop irriverente, vivace che affonda le radici nel rock’n’roll. Col refrain “You and me are not like the others” sarà una grandissima hit ****
Losers: Robbie riserva il meglio per ultimo, un duetto semi-acustico al limite della stonatura con Lissie, cantante di folk-alternativo. A livello di testo, è la spassionata confessione che la fama non è tutto. Musicalmente è la prova che il vecchio Rob sa sempre rinnovare il suo repertorio. *****
Nell’insieme un buon album, più commerciale di Rudebox e Reality Killed The Video Star. Solo non aspettatevi un’altra Let Me Entertain You o Angels. Quello è il passato, il presente è questo.
Traduzione a cura di Antonella Salzano
QUI una recensione dal Blog' The Dreamer' di Blanche Rodriguez Calderara
QUI una recensione dal Blog' The Dreamer' di Blanche Rodriguez Calderara
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