Più o meno le stese cose già pubblicate dai media inglesi ... con qualche inesattezza 🙈
LONDRA - Eccolo. He's the one. Capigliatura punk e sbarazzina, incertezze spavalde, simpatia spaccona, sguardo e brizzolatura sempre più vicine a Morrissey. Bentornato Robbie Williams. Lo incontriamo allo storico Arts Club di Dover Street, nel cuore londinese di Mayfair a pochi metri dall'Hotel Ritz, insieme a una trentina di altri fortunati invitati e fan, tra uno champagne e l'altro. Un evento esclusivo, cui Repubblica ha partecipato come unico media italiano.
"È stato il concerto più incredibile, a casa mia, il pubblico ha fatto un casino incredibile e ha alzato le mani per tutto il tempo quando gliel'ho chiesto. Questo oggi non capita più spesso, sono tutti pigri...". Williams, giubbetto grigio lucido, pantaloni blu e boots gialli, ricorda il concerto di qualche giorno fa nella sua Stoke-on-Trent, nelle ruvide Midlands inglesi, che ha rappresentato il ritorno sul palco in patria dopo circa 18 mesi dal suo ultimo concerto a Londra.
Sono già 25 anni dall'addio ai Take That. Robbie ricorda gli inizi: "Gli anni Novanta? Beh sono stati belli pesanti, mi sono divertito, forse troppo... ma ero sicuro di volerci provare con la carriera da solista, ero folle e sfacciato abbastanza". Ora, per celebrare questo quarto di secolo, ecco un nuovo album del cantante inglese: si chiama XXV, in numeri romani. In copertina c'è un Robbie Williams di nuovo nudo, "ma non è stata una mia idea", ed è un greatest hits delle migliori canzoni di Williams.
Innanzitutto la nuova versione di Angels già disponibile sul web, Spotify e altri negozi online. Il resto arriverà il 9 settembre prossimo per Columbia Records, ripercorrendo la straordinaria carriera dell'ex Take That: da Millennium a Strong e No regrets, e poi She's the one, Sing when you're winning ( non è una canzone !!! 🙈 ) , Supreme, Kids, Rock Dj in duetto con Kylie Minogue ( ??????? 🙈) e via dicendo. Nel disco, tutti i successi sono ora in una nuova versione orchestrata da Jules Buckley, Guy Chambers e Steve Sidwell e ri-registrati con la Metropole Orkest nei Paesi Bassi. Ma come ha scelto quali canzoni mettere, Robbie? È stato difficile? "No. Sono andato su YouTube, e ho selezionato quelle con i numeri di ascolto più alti. Tutto qui. Molte canzoni sono belle. Ma quanta merda anche ho scritto...".
Ci sono quattro inediti in XXV. Uno di questi si chiama Lost e lo ascoltiamo insieme a Robbie: una ballata malinconica di piano e synth, che fa "ho perso la mia fede nella vita, ho perso il mio punto di vista, ho perso la mia fede in te", mentre Williams che batte lo stivaletto annuendo al ritmo. Robbie, quando l'ha scritta questa? "L'anno scorso, in Wiltshire. Ho capito che non ho avuto molto successo da quando sono felice. Quindi era il momento di tornare in uno stato di miseria e depressione", scherza ma forse no, "per risalire a grandi livelli".
Maledetta malinconia. Mentre Williams dal taschino addenta una ignota pasticca di un farmaco. "Erano gli anni Novanta, mi divertivo così tanto. Poi sempre di meno, e infine ecco l'inferno: alcol a sfinimento e cocaina, fare il matto per giorni. Poi a un certo punto mi svegliavo, in un posto qualsiasi, prendevo subito il treno dalla stazione Euston di Londra e tornavo a Stoke-on-Trent, dove mia madre mi veniva a prendere al binario. A casa dormivo per due giorni e poi riprendevo la stessa vita. Questa canzone, Lost, ricorda quel periodo".
"Ora uscirà un documentario su di me", annuncia Williams, "ma anche registrare i video è qualcosa di molto, molto noioso, il processo è molto lungo, a parte casi come quelli di Rock Dj e Millennium. Poi magari un giorno parteciperò a Eurovision, chi lo sa? Adoro quel festival. Ora penso solo al futuro, e al mio prossimo album che", annuncia il cantante con un occhiolino, "uscirà l'anno prossimo".
Robbie, ma se i suoi figli volessero avere anche loro una carriera come la sua? "Teddy", bambina avuta con la moglie Ayda Field, "ha nove anni, suona già molto bene il piano, ha una bella voce e una enorme passione per la musica. Pensa che essere una star in questo campo sia la cosa migliore che possa capitare. Ma è troppo giovane per capire che cosa il successo significa davvero".
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