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mercoledì 30 maggio 2012

DIARIO DEL VIAGGIO IN MESSICO

Altre foto del Soccer Aid
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Qualche giorno fa è stato pubblicato sul sito ufficiale rw.com il Diario del recente viaggio in Messico di Robbie. Ecco la traduzione in italiano :

GIORNO 1 

Ho cantato in Messico in passato ed è sempre stato un posto che avrei voluto conoscere meglio e ritornarci con l'UNICEF. Essendo un' Ambasciatore dell'UNICEF ho avuto il privilegio di incontrare alcuni bambini che il Soccer Aid ha aiutato: bambini orfani a causa dell'AIDS in Sud Africa, quelli colpiti dal terribile terremoto di Haiti nel 2010 e ora alcuni dei bambini più deboli di Città del Messico. 
Sono un pò preoccupato ..c'è sempre un pò di tensione al momento dell'arrivo in questi posti, vuoi fare un buon lavoro ma a volte è davvero difficile vedere quanto dura sia la vita per questi bambini. Johnny è con me e sarà bello poter condividere con lui quest'esperienza visto che si impegna molto per il Soccer Aid. 

GIORNO 2 

Prima di altre cose incontro una mamma di nome Aidee che è tornata per mostrarci dove lei e i suoi figli vivevano per le strade della città. Due dei suoi bambini, Hanna di 10 anni e Josue di 5, sono con lei. E' dura per loro e io provo a farli ridere un pò con l'aiuto del nostro interprete. Vorrei parlare spagnolo, ogni anno ho intenzione di impararlo, ma non sono ancora riuscito! 
Mi portano lungo una strada molto trafficata piena di tende improvvisate e vecchi mobili. C'è un ragazzino in mezzo alla strada e io vorrei correre verso di lui e tirarlo via dalle macchine. Hanna ci mostra la baracca dove abitano. Ovunque c'è puzza di colla. 
Ci sono dei tossicodipendenti con le teste a penzoloni, vederli accanto ai bambini è davvero dura. Non è assolutamente un posto per dei bambini. Non c'è un bagno ne acqua potabile. 
Riccardo è uno dei ragazzini, ha quasi 2 anni. Sua madre,Augustina si avvicina e tiene tra le sue braccia un piccolo bimbo di solo un mese. Non posso credere che un neonato viva in un posto simile. Johnny e io ci sentiamo davvero disperati mentre ce ne andiamo. Senti sempre di voler fare di più, di fare qualcosa di giusto lì in quel momento. Tu non puoi aiutarli ma non puoi fare a meno di sentirti sopraffatto e sento che quest'anno la situazione mi colpisce di più ora che un piccolino è nella pancia di Ayda. 

GIORNO 3 

Trascorriamo la giornata in una grande baraccopoli a Itzapalapa incontrando molti bambini che vivono in condizione di estrema povertà. Una ragazzina, Kimberly, ha solo 1 anno e mezzo. Lei e i suoi 5 fratelli e sorelle vivono in una baracca sul lato della strada. C'è sporcizia ovunque, l'odore è terribile. Tutti i bambini corrono il rischio di essere morsi dai topi e di ammalarsi. E' dura per noi e ci preoccupiamo per la loro sicurezza. I bambini sono così piccoli e giovani e tu vuoi solo proteggerli. 
Lasciamo questa parte della città e ci dirigiamo verso sud. Ci fermiamo ad un'enorme incrocio e incontro Angel di 5 anni e Lluvia di 3 che giocano nella sporcizia. I loro genitori vengono qui ogni giorno a lavare i parabrezza per provare a raccimolare il denaro sufficiente a sfamare i propri figli. Ma non sono al sicuro qui, alcune persone hanno provato a comprare o rapire i bambini diverse volte. E' assolutamente sconvolgente. 
Angel e io facciamo due tiri a pallone. I bambini non hanno idea di chi io sia, ma di solito se porti una palla e inventi qualche gioco loro sono felici di giocare e ridono. Amo questa parte,ogni nervosismo che senti all'arrivo svanisce appena sei circondato dai bambini. Non vedo l'ora di giocare con mio figlio/a.. 
Penso a come il mio bambino quando nascerà sarà protetto e al sicuro e il Soccer Aid sembra più importante che mai. Ci sono bambini come Angel e Lluvia in tutto il mondo che hanno bisogno del nostro aiuto. 
Ci dirigiamo verso il rifugio dove ora Hanna e Josue e i loro fratelli vivono. E' davvero essenziale, ma assolutamente diverso dal terribile posto dove li abbiamo incontrati ieri. 
Qui puoi vedere che sono al sicuro, lontano da rapimenti e violenze. Hanno acqua,bagni e cibo. Il capo del rifugio mi racconta come l'UNICEF stia lavorando con il governo per assicurasi che bambini come Hanna siano protetti in strutture come questa per poter vivere in modo sano e sicuro. 
Tutto questo colpisce e fa davvero capire quanto il mondo può essere pericoloso per un bambino. 
Johnny e io partiamo pronti per giocare seriamente a calcio al Soccer Aid. Vogliamo battere il resto del mondo e Johnny, Mark ,io e il resto dei ragazzi porteremo sicuramente in campo un pò della passione stile '66 .
Ma penseremo anche ai bambini che vivono vite davvero difficili nel mondo. Perchè il SA è per supportare Unicef ad aiutarli.Vedere i soldi che sono stati raccolti da questa semplice idea mia e di Johnny, ti fa sentire ogni anno più entusiasta. 
Che sia per i bambini del Messico, di Haiti o Africa, è bello sapere che tutti noi possiamo fare la nostra parte nell'aiutare chi è mono fortunato di noi.

(grazie a Simona e Eleonora)

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