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sabato 4 maggio 2019

GUY CHAMBERS : C'E' SEMPRE STATA UNA GROSSA INTESA PROFESSIONALE TRA ME E ROBBIE


Intervista a Guy Chambers in occasione dell'uscita del suo album GO GENTLE INTO THE LIGHT ( qui su Spotify  )

Cosa c'è alla base di Go Gentle Into the Light ?
Guy : Ho deciso di realizzarlo dopo la morte di mia madre che era una grande sostenitrice di me come pianista. 
Lei ha sempre pensato che dovevo fare un album per pianoforte. Così, quando è morta ho pensato : "beh, forse ora è il momento di farlo". Questo è stato lo stimolo principale.

Come hai selezionato i brani per l'album :
Guy : Ho scelto le canzoni più popolari che avevo scritto con Robbie Williams e poi ho cominciato a suonare quelle 12 scelte al piano. Per esempio Rock DJ non suonava molto bene, ecco perchè non è nell'album. Anche Let Me Entertain You risultava troppo virtuosa e rumorosa e io volevo che l'album avesse interamente la stessa atmosfera.

Ti ha sorpreso qualcosa durante il processo ?
Guy : The Road To Mandalay mi ha sorpreso positivamente. E' stato il primo brano pubblicato ed ha avuto 1.1 milioni di stream su Spotify e non c'è stata nessuna promozione. Solo  passaparola. E' stato molto gratificante perchè non avevo proprio idea di come sarebbe andata.

Di solito mantieni una figura 'dietro le scene'. Ti piacerebbe invece essere il protagonista ?
Guy : Sì mi piacciono le sfide e non vedo l'ora di esibirmi solo io e il mio pianoforte senza nessun altro supporto.

Daresti qualche consiglio ai giovani cantautori ?
Guy : Prima cosa, non mollare mai. So che potrebbe sembrare un pò generale come consiglio ma mi ci è voluto davvero tanto prima di arrivare successo. Avevo circa trent' anni quando ho raggiunto il successo e nel mondo del pop a trent' anni sei quasi considerato vecchio. 
Seconda cosa quando si è giovanissimi, adolescenti, è molto utile imparare come funzionano le grandi canzoni. Imparare al piano e alla chitarra come funzionano le melodie e le armonie delle tue canzoni preferite. Puoi cantarle, ascoltarle, ma non basta. E' davvero importante conoscerle a fondo e decostruirle . Imparare ad usare l'orecchio senza leggere la musica ed affinare l'intuito. 
Se qualcuno ti canta una melodia e devi armonizzarla con la chitarra, se hai un buon orecchio puoi migliorare la melodia e iniziare a costruire la canzone. 
Puoi imparare tutto ciò lavorando sulle canzoni di The Beatles, Bacharach, Elton John, Gershwin ma anche tanti altri grandi cantautori. 
Questi sono i miei due consigli più importanti.

Quale canzone sei più orgoglioso di aver scritto ?
Guy : Ovviamente Angels. Perchè sembra avere una vita al di fuori dalla fama di Robbie . Ha proprio una sua vita al di là di questo. È diventata parte di quella coscienza nazionale, e non solo nel nostro paese, in molti paesi. Per questo, sono molto grato.
Angels è stata scritta al piano nel mio vecchio appartamento a Archway Londra. Su un pianoforte Yamaha verticale. Ce l'ho ancora a casa mia, E' iniziato tutto da lì.
( l'ultimo pezzo è stato preso dall'intervista a BBC Breakfast Radio e dal tweet di Yamaha Music London qui )

Hai un metodo per scrivere canzoni ?
Guy : Ho due metodi. Il primo è quello della vecchia scuola. Seduto davanti ad un pianoforte o alla chitarra e lentamente lavorare sulla melodia, le parole, l'armonia.  E' un vecchio metodo ma mi piace ancora scrivere in questo modo.
L'altro è quello che uso quando collaboro con Rob. Preparo una traccia prima di incontrarlo. Una traccia che ha una certa sicurezza, con tutti i fronzoli e lustrini del caso e che suona emozionante. Comincio a suonare e se a lui piace comincerà a cantarci sopra. Potremmo fare delle modifiche ma fondamentalmente in mezz'ora ne tiriamo fuori una canzone esaltante.
Ecco questi sono i miei due metodi principali di scrittura e sono entrambi buoni.

Quali canzoni vorresti aver scritto ?:
Guy : Ci sono centinaia di canzoni. Praticamente tutte le canzoni dei Beatles, tutte le canzoni degli ABBA. Tutte quelle dei Cocteau Twins, se vogliamo andare in una direzione indie direi Kate Bush, Thin Lizzy. AC / DC, Queen ovviamente.
Sono sempre stato un fan del pop e lo sarò sempre.

Cosa ne pensi del fatto che una canzone abbia 10 o più scrittori a suo credito ?
Guy : Penso che sia una cazzata. E' patetico. C'è molto business nel mondo della musica così se nella stanza c'è qualche spacciatore o qualche amico del boss gli danno il 2% di credito. Oppure qualcuno che ha suggerito lo schema della batteria si prende il 4%. E' bruttissimo. Non mi ci ritrovo assolutamente. Per me è già un problema se siamo più di tre a scrivere un brano.
Adesso poi le canzoni vengono ri-scritte. Quindi oltre agli autori iniziali, le case discografiche aggiungono ai crediti un altro team di scrittori. Purtroppo le case discografiche sono molto aggressive e se pensano che qualcosa possa essere una hit continuano su questa strada. A loro non interessa per niente chi scrive le canzoni.

Devi avere una connessione con la persona con la quale scrivi ?
Guy : Si. Ho scritto con tantissime persone negli anni ma non con tutti ho avuto successo. Ho fatto fatica in America. Non riuscivo a capire il loro metodo di scrittura. Non andava d'accordo con il mio.
Anche se io e Rob siamo due persone totalmente diverse, quando ci sediamo in una stanza insieme a scrivere musica abbiamo una connessione molto profonda. Non abbiamo bisogno di parlare. Siamo molto veloci. Sappiamo cosa ci piace, e so come spingere i tasti giusti per farlo appassionare.

Come ti ha influenzato il passaggio al digitale ?
Guy : La difficoltà per noi è che la maggior parte del pubblico che ci segue ha un'età avanzata e non usano lo stream. Così le visualizzazioni su Spotify risultano davvero scarse rispetto ad artisti come Ed Sheeran o Ariana Grande che hanno un fanbase molto giovane. Le vendite dei dischi fisici stanno calando per tutti e quindi bisogna solo adeguarsi a questa situazione. 
Per me e per tutti i cantautori i guadagni sono diminuiti ma i soldi non sono mai stati la parte più importante del mio lavoro e se continuo a farlo non è certo per i soldi. 
Ero totalmente al verde quando ho incontrato Rob nel 1997. Stavo perdendo la casa perchè ero in arretrato di sei mesi con il mutuo. Non lo stavo facendo per i soldi. Lo facevo perchè amo la musica, amo scrivere e credo nel potere della musica per cambiare il mondo. 

Puoi dirci qualcosa in più sulla tua collaborazione con RW in 'The Boy In The Dress' ?
Guy : È un musical basato sul libro di David e, fondamentalmente, è molto simile al primo album che abbiamo fatto, Life thru a Lens. Ha quel tipo di atmosfera britpop, molte chitarre e canzoni pop solari ma ci sono anche alcune canzoni pop malinconiche. La serata inaugurale è il 9 novembre a Stratford-Upon-Avon.
Sto lavorando continuamente per imparare il processo di costruzione di un musical che è molto complesso

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