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mercoledì 7 ottobre 2009

ROBBIE SU VANITY FAIR - ITALIA

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Dopo tre anni di silenzio (e 20 di carriera) il 6 novembre in Italia esce il suo nuovo album "Reality Killed the Video Star", anticipato dal singolo "Bodies". Una rinascita per Robbie Williams fidanzato da tre anni con la modella Ayda Field, protagonista dell'ultimo video. E il passato di droghe e rehab?: "Ho una personalità incline alle dipendenze. Con cui lotto costantemente. In questo momento sto vincendo io", ha detto a Vanity Fair.
A proposito del nuovo album "Reality Killed the Video Star", Williams ha dichiarato quando ha iniziato la lavorazione: "Devo lavorare. Ho sperimentato una specie di pensione anticipata: il tempo libero, il golf. Bello, per carità, però mi sentivo Dean Martin. Non ho mai smesso di scrivere canzoni, ma mi sembrava diventato una specie di hobby. Sentivo che mi stavo decomponendo. Sono felice di aver avuto il coraggio di uscire da quel torpore". Nel video di 'Bodies' lei è nel deserto e una donna, che è anche Ayda Field, la sua fidanzata nella vita vera, la salva. È successo così nella realtà? "Sì. Ho passato gli ultimi tre anni con lei e non so che cosa sarebbe successo se non ci fosse stata, ma credo che la mia vita non sarebbe stata troppo sana senza averla accanto. Posso dire che è la mia salvatrice? Sono ancora vivo".
Quindi, dopo tante turbolenze sentimentali, è quella giusta? "Tredici anni fa ho avuto una relazione che, quando è finita, è stata dolorosissima. Avevo deciso che non avrei mai più avuto una storia seria, perché sapevo che sarebbe finita e che mi avrebbe fatto male. Tra allora e Ayda ci sono state moltissime ragazze che sembravano perfette al massimo per due mesi. Poi è arrivata lei e mi ha dato l’opportunità di amarla davvero. Mi piace amarla". Se dovesse dire chi è Robbie Williams, che parole userebbe? "Ipersensibile, gentile e melodrammatico". Nella sua vita ha dovuto combattere diverse dipendenze. Qual è stata la più difficile da superare? "Quando hai a che fare con le dipendenze, succede esattamente questa cosa: spegni un incendio e se ne accende immediatamente uno nuovo, da un’altra parte. Ma tu hai solo due mani: se le usi per soffocare un fuoco, non ne hai più per tenere a bada l’altro. E una dipendenza può renderti schiavo di qualcosa di assolutamente banale come il caffè. E poi le pillole per dormire, il Valium, la coca, i giochi elettronici, Internet, la Tv, la mia ragazza, gli amici. Una persona può diventare dipendente da qualsiasi cosa. O, almeno, io posso. Sto ancora cercando un equilibrio".
Che cosa pensa dei rehab? Funzionano? "Al momento sono la migliore soluzione possibile, ma non credo veramente nel modo in cui ti curano. Ho pensato spesso che siano soltanto macchine per fare soldi. Perché se io pago di tasca mia mi obbligate a 8 settimane di ricovero e, invece, quello che arriva con un programma di recupero pagato dal governo deve rimanere solo quattro settimane? O fate uscire lui troppo presto, quando ancora non è pronto, oppure tenete me così tanto solo perché volete i miei soldi. Non dico che la gente non dovrebbe andarci per questo, ma è sicuramente un punto su cui riflettere". Da soli non ce la si fa? "Qualche volta ce l’ho fatta da solo, qualche altra sono stato in rehab e appena messo il piede fuori ho mandato affanculo tutto il lavoro fatto. Dipende dal punto in cui sei nella tua vita, dai meccanismi che in quel momento governano il tuo cervello. Io sto provando ogni via possibile (ride, con amarezza, ndr) per trovare la forza di non mandarmi a puttane la vita. Ma è impossibile". È davvero impossibile? "Mettiamola così: ho una personalità incline alle dipendenze. Con cui lotto costantemente. In questo momento sto vincendo io". Aveva dichiarato che non capisce assolutamente perché si debbano volere dei figli. Ha cambiato idea? "Sì. Diciamo che cambio idea ogni settimana. Ultimamente mi piace sempre di più pensarmi come “papà Williams”, ma qualche volta mi viene una paura pazzesca".

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