L' inkling di oggi : Credo che ci sia qualcosa di strano nella composizione delle parole. Forse ce ne sono troppe, ma non riesco a trovare il modo di risolverlo. Ci ho già perso troppo tempo.
Per quanto riguarda il sentimentalismo :
Anni fa tiravo fuori spesso le mie storie di sofferenza. In tutta onestà erano intriganti e sarebbero state divertenti da ascoltare, considerando chi era coinvolto e cosa era successo.
Erano i miei momenti più traumatici, e credo che stessi scaricando/elaborando i “che ca**o !” della mia vita. Una spalla su cui piangere, un orecchio su cui piegarsi, un'empatia da ricevere.
A mia volta, attraverso le espressioni della gente, imparavo che quello che mi era successo era molto insolito e sbagliato.
Perché a volte, quando si è nel bel mezzo di qualcosa, non si riesce ad afferrare la vera natura della realtà che si sta affrontando.
“Mi sbaglio?
“Sono io?
“Devo meritarmi questo a causa della mia intrinseca scorrettezza”.
Ma a un certo punto raccontare queste storie è diventato un po' un trucco da salotto e un modo per intrattenere le persone.
Mi nutrivo delle parti sbagliate.
Io - E poi lui disse...
Loro - Oh no, che coglione.
Io - Lo so.
Ero entusiasta che la gente si unisse alla mia ira.
Mi sarei anche prosciugato rivivendo tutte le cazzate.
Quello che sto dicendo è questo :
E' ora di far scoppiare la bomba e mettere tutto in piazza?
È ora di mettere da parte le storie di guerra?
È ora di smettere di puntare il dito e di andare avanti?
Ho un membro della famiglia che parla di ciò che un altro membro della famiglia ha fatto negli anni '70 come se fosse una ferita fresca della settimana scorsa.
Per me ci sarà sempre un dito puntato, ma non è più all'estremità del mio polso, è in un'altra stanza.
Forse un giorno quella stanza sarà rasa al suolo.
E voi cosa ne pensate?
Namaste
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